RINASCIMENTO PRIVATO

Dove: Torino, Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto

Quando: dal 21 Ottobre 2022 al 29 Gennaio 2023

Perché visitarla: perché le opere esposte sono tutte appartenenti a collezioni private, e quindi non visibili al grande pubblico. Inoltre è un’occasione per conoscere gli artisti piemontesi, spesso poco noti fuori regione.

 

La mostra Rinascimento privato – Da Spanzotti a Defendente Ferrari nelle collezioni piemontesi, allestita presso il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di Torino, presenta già nel titolo il suo programma.

Da un lato offrire al pubblico la visione di opere d’arte che, essendo proprietà di collezionisti privati, sono di norma sottratte alla comune fruizione. Dall’altro portare alla luce i lavori e la carriera dei più importanti artisti piemontesi, la cui attività è spesso ignota ai loro stessi conterranei, per non parlare di chi vive fuori regione.

 

Rinascimento privato è, inoltre, un omaggio al celebre romanzo dallo stesso titolo di Maria Bellonci, Premio Strega nel 1986. L’autrice, con il suo stile preciso ed evocativo, riporta alla vita l’epoca più celebre della storia italiana, facendola uscire dai manuali scolastici per raccontarla in modo inedito.

 

Le sale del Museo meritano una visita a parte, per scoprire il gusto e il lungo lavoro di ricerca, durato tutta una vita, dei due antiquari che lo hanno creato: Pietro Accorsi e Giulio Ometto.

 

In occasione della mostra le sale sono state quasi del tutto oscurate, per meglio far risaltare la luminosità delle opere esposte.

 

L’esposizione si apre con una sezione dedicata agli artisti del Quattrocento, precursori delle nuove tendenze che si andavano affermando in pittura.

 

Il mondo piemontese infatti è tutt’altro che isolato. Al contrario, appare ben inserito in una più ampia circolazione di idee, motivi e stili che provengono sia da altre regioni d’Italia sia dall’estero.

 

La seconda sezione è dedicata ai polittici, o meglio alle loro parti. Le grandi pale d’altare che in passato ornavano gli spazi sacri di chiese, cattedrali e conventi sono infatti state spesso smembrate.

Per quanto riguarda il Piemonte, ma non solo, questo è avvenuto in particolare nell’Ottocento, a seguito della soppressione di molti ordini religiosi.

I vari pezzi di un polittico ritrovano la loro unità solo in poche occasioni – di solito mostre – ed è un evento talmente raro da venire celebrato anche dai media.

 

La terza sezione presenta oggetti che, in origine, avevano una funzione pratica, oltre che estetica.

Parliamo dei cassoni nuziali, ovvero cassapanche e bauli che custodivano il corredo delle donne andate in sposa. Appartenevano, com’è ovvio, alle classi sociali elevate, che potevano permettersi la spesa di far decorare anche le suppellettili di uso quotidiano.

 

La quarta sezione si concentra sulle figure dei committenti. Spesso infatti ci si dimentica che dietro un’opera d’arte c’è chi ne ha chiesto la realizzazione, e ha pagato l’artista per il suo lavoro.

Dato che pagava, spesso il committente chiedeva di essere raffigurato nell’opera stessa, che di solito era a carattere religioso.

Si hanno quindi composizioni tipiche: una Madonna col Bambino, oppure uno o più Santi e, di fianco, il committente rappresentato in atteggiamento di preghiera, ben riconoscibile dai tratti del volto.

 

L’ultima sezione della mostra è dedicata all’esponente più noto della pittura piemontese: DEFENDENTE FERRARI. Le sue opere hanno valicato i confini della regione e oggi si trovano non solo in Italia ma anche all’estero (Olanda, Germania e Stati Uniti).

 

 

(Defendente Ferrari, Sant’Agata, 1525 – 1535, collezione privata – Foto di Stefano Tartaglino)

 

 

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto

Fondazione Accorsi-Ometto

https://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/

 

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