Il Museo di Arte Orientale di Torino è stato inaugurato nel 2008. Ospitato fin da subito nella sede di Palazzo Massonis, all’interno del reticolo di vie noto come Quadrilatero Romano, dopo un inizio un po’ in sordina ha acquisito sempre maggiore centralità nel panorama culturale torinese. Oggi è meta di molti visitatori e di appassionati che ne affollano le mostre, partecipano con entusiasmo alle conferenze e ritornano più volte per scoprire sempre nuove opere delle collezioni permanenti.
Dopo l’ingresso d’onore del palazzo, il piano terra si apre su uno spazio luminoso a mostrare due giardini giapponesi, uno in stile zen e l’altro con piante e acqua.
Superati i giardini iniziano le sale adibite all’allestimento di mostre temporanee, mentre l’ala destra è quasi interamente occupata da una sala conferenze, teatro di seguitissimi incontri le cui tematiche sono collegate con le mostre in corso.
Salendo al primo piano inizia il viaggio. La sezione dedicata alla Cina presenta numerosi oggetti, reperti e opere d’arte organizzati secondo il classico criterio cronologico, che va dalle prime culture protostoriche alle più famose dinastie che ressero il Celeste Impero.
(Alcune opere della collezione cinese. Foto di Stefano Tartaglino)
Sempre al primo piano troviamo la sezione dedicata all’arte dell’Asia Meridionale e del Sud-Est asiatico. Nelle prime sale sono esposte opere provenienti dall’India e, soprattutto, dall’area conosciuta un tempo come Gandhara: oggi corrispondente grossomodo al Pakistan e all’Afghanistan, è famosa per essere stata teatro, a livello artistico ma anche politico e sociale, di uno straordinario incontro tra la cultura indiana e quella greca, portata fin qui dagli eserciti di Alessandro Magno. Seguono poi opere dell’Asia sudorientale, in particolare dalla Cambogia (arte khmer) e dalla Thailandia.
(Le sale del Sud Est Asiatico. Foto di Stefano Tartaglino)
Il secondo piano è interamente dedicato al Giappone. Vi si trovano stampe, paraventi, statue e, una scelta che fa senz’altro felici tutti gli appassionati di questo mondo, ben tre armature complete di Samurai, oltre a una selezione di katane. Il museo possiede una ricca collezione di queste celebri spade, e le espone a rotazione, dando così modo di ammirare pezzi sempre diversi.
(Alcune opere nelle sale del Giappone. Foto di Stefano Tartaglino)
Il terzo piano si concentra sulla regione dell’Himalaya. Molte le rappresentazioni di Buddha e dei bodhisattva, i saggi che pur essendosi risvegliati anch’essi al Nirvana, al pari del Buddha, hanno scelto di rimanere nel mondo per aiutare gli uomini a compiere il cammino di liberazione.
(Una sala della sezione himalayana. Foto di Stefano Tartaglino)
Il quarto piano è dedicato ai Paesi Islamici. Vi è innanzitutto una lunga sala che presenta un’ampia selezione di ceramiche, seguita da una più piccola nella quale sono esposti alcuni esemplari del Corano, ciascuno dei quali scritto in uno dei diversi stili calligrafici sviluppati dalla scrittura araba: l’illuminazione specifica per ogni singolo testo, che si attiva all’avvicinarsi del visitatore, permette di cogliere i dettagli di quest’arte minuta ma importantissima per la cultura islamica, che ne ha fatto la sua caratteristica forma espressiva, non potendo, per via del noto precetto religioso, rappresentare figure umane o animali in statue e dipinti.
(Vetrine delle ceramiche e un Corano. Foto di Stefano Tartaglino)
Per quanto riguarda l’allestimento complessivo del museo, una menzione particolare va al ricco apparato di schede, cartine e pannelli, che con un linguaggio chiaro e a tutti accessibile approfondiscono la storia, la cultura, la spiritualità e le espressioni artistiche di aree del mondo spesso poco conosciute e ancor meno comprese. Una ricchezza che vale la pena di scoprire.
Per visitare il museo
Indirizzo : via San Domenico 11, Torino
Sito Web : https://www.maotorino.it/it