I fumetti NON sono tutti uguali. Sembra banale dirlo, ma chi non li conosce può – legittimamente – pensarlo, dunque è importante capire di cosa stiamo parlando.
Il secondo errore da NON fare è pensare che i fumetti, come del resto i cartoni animati, siano “roba da bambini”. Non è così. Non lo è mai stato. Nei fumetti si trovano tematiche importanti: di più, universali. La ricchezza delle trame, la profondità dei personaggi e la bravura degli autori non hanno nulla da invidiare a quelle dei romanzi e dei romanzieri. Oggi il Fumetto, da tempo chiamato anche Nona Arte, è finalmente considerato letteratura a pieno titolo: ma è stato un percorso lungo e difficile.
Quello dei fumetti è un mondo multiforme, ricchissimo e variegato. Tracciarne una mappa completa è complicato, ma possiamo dare almeno alcune indicazioni generali.
I fumetti si possono dividere per aree geografiche ben distinte, ciascuna con le sue specificità.
Partiamo dall’ITALIA. Il fumetto italiano si esprime in vari modi. C’è innanzitutto Topolino, che ha acquisito da parecchi decenni una sua riconosciuta fisionomia, con autori e storie apprezzati anche all’estero e nella sua stessa terra d’origine. C’è TEX e tutto il mondo dei personaggi inventati dalla Casa Editrice BONELLI, la quale grazie al suo titolo di punta ha festeggiato nel 2018 i 70 anni di attività: non poco, per chi fa “i disegni con le nuvolette”. C’è il fumetto noir, rappresentato da DIABOLIK, oggi unico personaggio sopravvissuto alla prova del tempo ma che in passato era affiancato da cloni e colleghi. E ci sono molti altri autori, personaggi, stili e tematiche: Lupo Alberto di Silver, le spassose Sturmtruppen di Bonvi, e chi più ne ha più ne metta.
Subito accanto a noi c’è la FRANCIA. Il fumetto francese viene chiamato bande dessinée, cioè “striscia disegnata”: questo perché in origine, come del resto nei fumetti italiani e di altri paesi, le vignette erano pubblicate in un formato a strisce, prima di passare al formato ad albo che conosciamo oggi. Nell’area francese è possibile comprendere anche il fumetto BELGA, che ne condivide la lingua: l’esempio più famoso è rappresentato da I Puffi, creati da Peyo. Tra i personaggi di maggior successo del fumetto francese non si può non citare Asterix. Da parecchi anni inoltre gli autori d’Oltralpe vantano produzioni molto interessanti nel genere storico, che spaziano dall’antica Roma al Medioevo, dal Rinascimento alle due Guerre Mondiali: un modo più immediato per conoscere e approfondire la grande Storia e i suoi protagonisti, che altrimenti rimarrebbero relegati nei libri di scuola.
Attraversiamo ora l’Atlantico e sbarchiamo in terra americana. Negli STATI UNITI ci sono, com’è noto, i comics dedicati ai supereroi, oggi trasposti anche al cinema. Caratteristica principale delle storie con gli eroi in calzamaglia e mantello è la continua mescolanza degli eventi, la confusione dei piani temporali, la coesistenza di realtà parallele (il tutto indicato da una terminologia che, grazie ai film, sta diventando familiare a molti: prequel, sequel, reboot, retcon, time-up, side-story, crossover…). E gli appassionati, anche nostrani, sanno ovviamente orientarsi alla perfezione in questo universo caotico.
Restiamo sempre in America ma scendiamo giù, lungo le Ande, per arrivare in ARGENTINA. Il personaggio più famoso di questa terra è senza dubbio Mafalda, la bambina pestifera e saggia creata da Joaquin Lavado, più noto come Quino. Un altro autore di punta è Robin Wood, famoso soprattutto per le storie di Dago, nobile veneziano del Rinascimento che vive mille avventure nelle terre dell’Islam, e di Nippur, eroe guerriero che invece si muove nell’antico mondo della civiltà dei Sumeri. La fantascienza è rappresentata da L’ Eternauta di Hector Oesterheld, oggi riconosciuto come uno dei più alti esempi di questo genere di storie.
L’ultimo grande Paese ad avere una sua propria tradizione di fumetti è ovviamente il GIAPPONE. I fumetti giapponesi si chiamano manga, un termine che significa “immagini in movimento”. A inventarli, secondo gli esperti, sarebbe stato nientemeno che il famoso pittore Hokusai, vissuto nell’Ottocento e autore della celebre immagine dell’Onda, oggi nota in tutto il mondo. Il fumetto giapponese moderno nasce in realtà dopo la Seconda Guerra Mondiale, per opera dell’autore Osamu Tezuka, oggi riconosciuto come padre fondatore di questa forma espressiva, tanto da essere chiamato “il dio dei manga”. In Occidente i manga hanno iniziato ad essere conosciuti direttamente solo alla fine degli Anni Novanta: a preparare il terreno al loro arrivo sono stati gli anime, ovvero i cartoni animati tratti dalle storie cartacee, che spopolarono tra i bambini europei fin dagli Anni Settanta e spezzarono per sempre il monopolio della Disney e dei suoi personaggi a volte troppo edulcorati.
Nei prossimi post dedicati a questo tema approfondiremo le serie e i personaggi di maggior successo: entreremo nel loro mondo, ne racconteremo le origini, ne seguiremo l’evoluzione. E chissà che anche chi pensa che sia “roba da bambini” non abbia voglia di prendere in mano un “giornalino”.