EBRAISMO (Parte Quinta) : in nome della Legge

Dove : regione corrispondente all’attuale Israele
Quando : dal 166 avanti Cristo al 6 dopo Cristo
Perché : perché la Bibbia NON ha ragione
Di cosa parleremo : di come la Giudea incontrò Roma e di qual era la situazione politica e religiosa all’epoca di Gesù

LA RIVOLTA DEI MACCABEI

Nella prima metà del Secondo Secolo Avanti Cristo il re seleucide Antioco IV si scontrò con i Romani, che stavano già iniziando ad estendere il proprio potere in Oriente. Fu sconfitto, e dovette pagare loro un forte tributo di guerra. Cercò dovunque i fondi necessari, e decise infine di incamerare il tesoro del Tempio di Gerusalemme. Ma non solo. Installò un suo protetto come Sommo Sacerdote e, sostenendo la necessità di un’unione più stretta del regno per far fronte alla minaccia dei Romani, impose ovunque la cultura greca, l’abbandono delle tradizioni ebraiche e del culto di Yahweh. Il Tempio di Gerusalemme venne consacrato agli Dei greci, portandovi dentro un altare e una statua.
Nel 166 a.C. scoppiò la rivolta dei Maccabei. Le vicende sono narrate nei due libri biblici omonimi, che a differenza dei precedenti sono stati scritti solo pochi anni dopo i fatti e quindi sono abbastanza precisi. Scritti direttamente in greco, figurano nella Bibbia dei Settanta e in quella cristiana ma non in quella ebraica, perché non sono considerati canonici.
Dopo oltre vent’anni di guerra gli Ebrei, grazie all’aiuto dei Romani, ottennero l’indipendenza.

Siamo intorno all’anno 140 avanti Cristo circa. Il nuovo regno di Giudea era nato grazie al decisivo contributo dei Romani, i quali avevano tutto l’interesse ad indebolire il loro principale avversario nella regione, ovvero i Seleucidi, senza impegnarsi direttamente in una guerra.
Il regno ha ora per la prima volta un’estensione paragonabile a quella che la Bibbia pretende di farci credere fosse già presente in epoca molto più antica. A governarlo è la nuova dinastia degli Asmonei, che gli Ebrei più tradizionalisti contestarono in quanto non appartenente alla discendenza di Davide.

LE DIVISIONI SETTARIE

In questo periodo (seconda metà del Secondo Secolo Avanti Cristo) nascono le varie correnti di pensiero religioso, quelle che saranno le più importanti divisioni settarie del tempo di Gesù.

I FARISEI sono chiamati così (in ebraico perusim, “i separati”) perché si tengono lontani sia dal popolo, considerato ignorante e quindi non in grado di leggere e studiare la Torah, sia dai gruppi disposti a scendere a compromessi con gli invasori stranieri, Seleucidi o Romani che fossero. Sono un gruppo totalmente laico, ma sostengono la necessità di vivere secondo una stretta obbedienza alla Legge di Mosè, poiché solo questo garantirà la prosperità futura del popolo di Israele. Osservano in maniera molto stretta i precetti e i comandamenti: Saulo, il futuro San Paolo, sarà uno di loro, prima della “conversione” al messaggio di Cristo. I Farisei dedicano la propria vita allo studio e all’interpretazione della Legge, e per questo si attribuiscono la guida spirituale della società. Sostengono l’assoluta centralità della Torah, specialmente delle norme di purezza rituale: ciò nonostante sono disponibili ad accettare dottrine nuove, non presenti o appena accennate nella Torah, come la resurrezione dei morti, il Giudizio Universale e l’esistenza degli angeli e dei demoni. La loro visione sarà ripresa, dopo la distruzione del Secondo Tempio, dai rabbini.

I SADDUCEI sono il gruppo sacerdotale, espressione della classe aristocratica e per questo di orientamento conservatore. Fanno capo ai sacerdoti del Tempio e alle famiglie nobili che a questo forniscono i membri: il sacerdozio è infatti ereditario, tanto che esistono famiglie sacerdotali. Benché fortemente legati alla tradizione, sotto Antioco IV appoggiarono i sostenitori della cultura greca, e di essa adottarono usi e costumi; né si opposero alla nomina del Sommo Sacerdote da parte dei Seleucidi, chiedendo però denaro in cambio del loro sostegno. Sul piano dottrinale rigettavano ogni dottrina che non provenisse direttamente dalla Bibbia, ed infatti non credevano alla resurrezione dei morti né agli angeli e ai demoni. Dopo la distruzione del Secondo Tempio da parte dei Romani perdono sia la loro ragion d’essere sia la base economica, e scompaiono.

Gli ESSENI sono il gruppo che, in polemica con tutti, abbandona Gerusalemme e si ritira nel deserto di Giuda. Nascono da una scissione dei Sadducei, e come loro saranno in contrasto con i Farisei. Si organizzano in una comunità autonoma e vivono in modo semplice e santo. Secondo alcune teorie è con loro che Gesù avrebbe avuto contatti, ma non ci sono prove al riguardo. È invece ormai accertato che a questa comunità appartengono i famosissimi MANOSCRITTI DI QUMRAN. Scompaiono poco dopo la definitiva conquista romana.

Qualche decennio più tardi, all’inizio del Primo Secolo avanti Cristo, compare anche il gruppo, politicizzato e rigidamente osservante dal punto di vista religioso, degli ZELOTI. Essi sono nientemeno che i fondamentalisti ebraici: non solo si oppongono con la violenza a qualsiasi influenza straniera, ma considerano un dovere punire coloro che, a loro dire, si allontanano troppo dalla più stretta osservanza della Legge ebraica, arrivando all’omicidio e all’assassinio. La loro arma è un pugnale ricurvo detto sica, da cui derivano l’altro nome con cui sono noti, quello di sicari. Essi saranno i protagonisti dell’ultima, disperata resistenza al dominio assoluto di Roma.

ERODE IL GRANDE

La dinastia degli Asmonei rimase al potere fino all’anno 63 avanti Cristo. A quel punto Roma decise di intervenire direttamente. A portare le legioni in Giudea fu POMPEO, il famoso generale e politico romano che di lì a qualche anno diventerà l’avversario di Giulio Cesare. Il regno dei Seleucidi divenne la provincia romana di Siria. Pompeo venne però coinvolto nelle lotte dinastiche della Giudea. Secondo la consueta politica romana di quegli anni, non annesse direttamente il territorio, ma impose dei governanti di sua scelta. Questo però significò l’occupazione militare di Gerusalemme. Ma non fu tanto la presa della città a suscitare sdegno, quando il fatto che per eliminare gli ultimi focolai di resistenza entrò in armi addirittura nel Tempio, trucidando i sacerdoti impegnati nelle pratiche cultuali. Inoltre, spinto da una personale curiosità entrò nella stanza più sacra del Tempio stesso, alla quale solo il Sommo Sacerdote poteva accedere e solo una volta all’anno. Non toccò però il tesoro né gli arredi sacri.

Le lotte dinastiche durarono altri trent’anni, ma alla fine da esse emerse ERODE IL GRANDE, che regnò dal 37 avanti Cristo al 4 dopo Cristo. Fu sicuramente un sovrano duro ed energico, che fece tutto quanto era necessario per conservare il potere, uccidendo tutti coloro che potevano rappresentare una minaccia per lui.

(la storia, totalmente inventata, secondo cui avrebbe dato ordine di uccidere tutti i primogeniti maschi per via della profezia secondo cui sarebbe sorto un nuovo re dei Giudei deriva da questo).

Ma seppe anche rendere sicuri i confini del regno e debellare l’endemica piaga del brigantaggio. Inoltre mantenne costanti contatti con Roma e i vari politici che di volta in volta emergevano sulla scena, da Giulio Cesare a Marco Antonio ad Augusto, il primo imperatore. Essendo però apertamente favorevole alla cultura greca incontrò l’opposizione dei gruppi legati alla tradizione, in particolare dei Farisei, e le gravose tasse che imponeva per finanziare i suoi progetti architettonici gli alienarono progressivamente anche il favore del popolo.

Dopo di lui i figli non riuscirono a conservare il potere, e la Giudea divenne una provincia romana già nell’anno 6 dopo Cristo.

Siamo giunti alla fine di questo nostro percorso nell’Ebraismo antico. Da qui in avanti il popolo di Israele dovrà confrontarsi con l’Impero Romano, con le nuove nazioni che da esso nasceranno dopo la sua caduta e, soprattutto, con il Cristianesimo.
Ma questa è un’altra storia, e bisognerà raccontarla un’altra volta.

FONTI :
Giovanni Filoramo e altri, Manuale di storia delle religioni, Laterza 1998 ed edizioni successive
Giulio Firpo, Le rivolte giudaiche, Laterza 1999
Paolo Sacchi, Storia del mondo giudaico, SEI 1976
J. Alberto Soggin, Israele in epoca biblica. Istituzioni, feste, cerimonie, rituali, Claudiana 2000

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