Quando nacquero gli e-book molti profetizzarono la morte del libro di carta. L’avvento degli e-reader, e in particolare del Kindle, sembrava un tocco di campane a morto. I sostenitori della carta risposero con frasi fatte come “l’odore della carta” o “il fruscio delle pagine”, usate ancora oggi.
L’avvento degli e-book è un momento epocale, come fu l’invenzione della stampa, che sostituì i manoscritti copiati con la penna d’oca dai monaci medioevali. Prima ancora si ebbe la sostituzione del papiro con la pergamena. Nel corso di queste trasformazioni alcuni testi non sono stati giudicati abbastanza importanti per essere conservati anche sul nuovo supporto. Ecco perché oggi vi sono gravissime lacune, che mai potranno essere sanate, nella conoscenza della letteratura dei secoli passati. Ma non è questo il caso, per ora, del passaggio dalla stampa agli e-book.
Io sono quello che le statistiche definiscono un lettore forte: leggo almeno un libro a settimana. E, come dico sempre: “Sono nato con la carta e voglio morire con la carta”. Ad essa, però, AFFIANCO l’e-book. Il “libro virtuale” ha infatti molteplici vantaggi:
- COSTA MENO. E questo, in un’epoca di crisi, è molto importante.
- NON PESA NIENTE. Anche in lunghi viaggi abbiamo a disposizione un’intera biblioteca.
- NON OCCUPA SPAZIO. Questa intera biblioteca è contenuta in un solo dispositivo.
- SE NON CI PIACE LO POSSIAMO CESTINARE, perché come detto il prezzo è inferiore – quasi sempre – a quello della versione cartacea.
I libri di carta sono ancora tanti. Tantissimi. Troppi. Ma non esistono libri “buoni” o “cattivi”. Esistono invece preferenze diverse, le più disparate, le più strane che si possono immaginare. E tra i diritti di un lettore c’è anche quello di avere il libro che cerca, anche se lo vuole solo lui, anche se dovesse essercene una sola copia in tutto il mondo.
Da questo punto di vista gli e-book possono essere di grande aiuto. Prendiamo ad esempio i libri legati alle mode del momento (i Vampiri, i Templari, il Sesso Sadomaso, la Cucina). Testi la cui notorietà dura pochi mesi, che non diventeranno mai dei classici né ambiscono ad esserlo. Ma che hanno un loro affezionato seguito di lettori. Perché allora non pubblicarli ESCLUSIVAMENTE IN E-BOOK, riservando la carta a testi di altro tipo?
La stessa cosa si può fare con i romanzi contemporanei. Qui, al contrario, ce ne sono alcuni che ambiscono a diventare dei classici. Ma nessuno, né l’autore né l’editore, può saperlo in anticipo. Solo il tempo lo dirà. E allora perché non pubblicarli, inizialmente, solo in e-book? Poi, se il testo diventerà un classico, si potrà prevedere l’edizione cartacea.
Discorso diverso invece per la saggistica. Un libro di saggistica non viene letto una sola volta, ma riletto, sfogliato, consultato, sottolineato. Sui dispositivi elettronici è molto scomodo, e non ci sono margini di miglioramento: la tecnologia degli e-reader è infatti arrivata al capolinea, e ad ammetterlo sono gli stessi creatori. I testi di saggistica avranno quindi sempre bisogno di essere pubblicati prima di tutto su carta. Il formato elettronico in questo caso può essere usato per raggiungere quei lettori che magari sono spaventati dal poderoso e pesante tomo di carta, spesso anche molto costoso, ma che sarebbero disposti a leggerlo in e-book, e ad un prezzo minore.
Gli e-book possono inoltre aiutare a riscoprire libri fuori catalogo da anni o decenni, ormai dimenticati e introvabili ma che meriterebbero una seconda occasione. E con loro i loro autori, anche se scomparsi da tempo.
Insomma, la sfida tra e-book e libri di carta non ha né vinti né vincitori. Servono entrambi, e continueranno a esistere entrambi.